Il Basilisco archeologo
Il Basilisco rappresenta la guida simbolica del Museo Archeologico di Montereale Valcellina e anche il logo dell´Università della Prima Età, da zero a cent´anni, con Facoltà unica quella del Libero Perchè.
Il Basilisco è un essere mitico legato alle acque del Cellina, piccolo drago gioiosamente dispettoso che da una parte agisce come il tempo che scombina e rimescola le cose in modo "cappriccioso", e dall´altra pensa come l´archeologo-scienziato che tenta di rimettere ordine, con l´umiltà e la pazienza di chi sa che non si è mai finito di capire e imparare.
Chi è il Basilisco?
Molti anni fa per le fiere – si chiamavano così i mercati di paese – girava qualche furbo imbroglione, che faceva muovere abilmente un basilisco costruito con uno scheletro di pesce disseccato, sul quale aveva fissato parti di gallo, rospo e serpi. Ci fu anche chi si era fatto una collezione di questi basilischi finti e li metteva in mostra come se fossero veri.
Un basilisco vero è il Basiliscus americanus. È della famiglia delle Iguane. È lungo circa ottanta centimetri ed è di colore verdastro con fasce trasversali nere sul dorso. Vive nelle foreste del Guatemala e del Messico.
Nei Bestiari medievali, nei libri con disegni di animali, il basilisco era di solito raffigurato come un serpente dalla lunga coda di uccello, larghe ali, zampe di gallo – due, quattro sei od otto –, testa di gallo con corona.
Se porta in testa la corona, è un re: il re di tutti i serpenti.
Il suo nome deriva infatti dal latino basiliscum, che a sua volta deriva dalla parola greca antica basiliskos, diminutivo di basileus, re. La basilissa era la regina o imperatrice bizantina.
In latino il suo nome era regulus, cioè regillo, reuccio, piccolo re.
C’è pure una stella nella costellazione del Leone, che porta il nome del basilisco ed è chiamata anche Regolo.
Prima del Concilio di Trento il basilisco volava. Dopo non più: ha ancora le ali ma non può volare.
Viveva nelle case, ma da allora è costretto a nascondersi nei boschi, nelle grotte profonde, sugli alberi.
Dicono che preferisca vivere in montagna. Nelle malghe si arrampica su un albero, si nasconde tra le foglie e se ne sta immobile e silenzioso, mentre le mucche pascolano. Quando i malgari non possono vederlo, scende giù svelto svelto e succhia il latte a una o due mucche. Al malgaro che trova le mucche con le mammelle senza più di latte non resta che imprecare: «Quel satanasso di basilisco me l’ha fatta, ancora una volta!».
Ci sono altri basilischi, qualcuno addirittura diabolico. Come ad esempio quello che nel 1663 sarebbe entrato nel corpo di una ragazza di Andreis che “aveva il diavolo in corpo”: quel demonio aveva nome Basilisco.
Circa quattrocento anni fa, Veneziani e Turchi, diedero il nome di Cannone basilisco a un cannone potentissimo.
Insomma: buono o cattivo il basilisco? vero o inventato?