Un luogo da imparare e da raccontare
Il Parco comunale ‘del Dominu’ di Montereale Valcellina si trova ai piedi della collina di Grizzo. Condivide la sua denominazione con la Torretta fatta costruire a tutela della loro proprietà dai signori di Montereale, i Cigolotti, i quali giunsero a Montereale, dalla Val di Ledro nell’Alto Garda, agli inizi del’600 come mercanti di legname.
Subentrarono ai Montereale, acquisendo poi il titolo di conti. Il Dominu era una delle loro ’braide’, chiusa prima da siepi e in seguito da muri costruiti con ciottoli dell’antico conoide alluvionale del Cellina e con pietre delle rocce sovrastanti. Era vigilata, contro i ’furti’ campestri consuetudinari, in basso dalla Torretta del Dominu e dall’alto da un’altra torretta della quale rimangono parti dei muri perimetrali. Ora è proprietà comunale.
Lo spazio tra la Torretta ed il Municipio è stato destinato a Parco comunale per uso pubblico, su progetto di Fiorenzo Roveredo con la collaborazione di Marco Tonon e di Igor Alzetta. Vi sono stati inseriti esemplari delle specie arboree del territorio, che si sono affiancati alla vegetazione arbustiva e di sottobosco dell’attuale pendio.
Gli scavi archeologici, curati dalla Soprintendenza nei primi anni ’80, hanno portato alla scoperta di una importante necropoli protostorica ad incinerazione di VIII-VII secolo avanti Cristo. Una parte significativa di essa è visibile all’interno del Parco. In contiguità, all’esterno del Parco, si trova un’area cimiteriale di epoca longobarda, solo parzialmente indagata. È databile al VII-VIII secolo dopo Cristo.
Nelle vicinanze della Torretta a fine Settecento è stata eretta ed affrescata a spese dei Cigolotti – con il consenso delle vicìnie di Montereale e di Grizzo – una ancona votiva. Ne è in corso il restauro a cura dei proprietari.
A un centinaio di metri dal Parco, verso Grizzo, è visitabile la Chiesa della Fradese, cioè della Confraternita. Il nome della “fradaglia de sancta Maria de Grizzo” compare in un documento nel 1489; ma, «le conclusioni dell’analisi dell’edificio mariano della “Fradese” fanno arretrare di un secolo» (P. Goi).
Un recente intervento di restauro ha lasciato a vista le murature in sasso e pietra, “svelando” opportunamente ampliamenti, innalzamenti, modifiche e rifacimenti.
Davanti all’attuale Municipio, verso Montereale, è stato collocato un cippo/monumento in memoria dei caduti nella Lotta di Liberazione.
Poco più avanti, sulla via pubblica, una croce in pietra conserva memoria dei confini, reali e simbolici, tra l’abitato di Grizzo e quello di Montereale.
Un tempo questa strada era denominata Vial de Sora. Ora è via Marziano Ciotti. Nato a Gradisca d’Isonzo e figlio del medico condotto di Montereale Valentino Ciotti – originario di Gradisca d’Isonzo – Marziano Ciotti partecipò ai Moti di Navarons del 1864, – guidati dal medico Andreuzzi – e seguì Garibaldi nella spedizione dei Mille e in tutte le altre avventurose campagne di guerra. Morì suicida a Udine il 5 luglio 1887.
Un facile sentiero che inizia nei pressi dell’ancona e fiancheggia il muro di cinta o anche parte dall’interno del Parco nei pressi di un grande castagno – traccia residua di una diffusa presenza fino agli anni ’30 – sale verso i resti della torre di controllo dall’alto e da lì prosegue verso i prati di Plans.
Plans è un buon esempio di prato stabile residuo. È stato teatro delle battaglie a sassate, con feriti ed ‘eroi’, tra le ‘bande’ avverse dei ragazzi di Grizzo e di Montereale a difesa dei rispettivi confini di appartenza, guidate da comandanti di riconosciuta autorevolezza, conquistata ‘sul campo’.
Da Plans si può proseguire verso il monte Spia. Il suo versante a solatìo è segnato dalla regolarità di un rimboschimento del Secondo dopoguerra. La sommità dello Spia è occupata da una Croce e da antenne. C’è chi ancora ricorda che da lassù, nelle notti di guerra, si potevano vedere dalla parte del Carso ‘i fuochi artificiali’ dell’insensato e criminale massacro di povera gente dell’una e dell’altra parte durante la Grande guerra.
In epoca romana fu luogo di avvistamento a controllo del territorio.
Da dietro Spia si possono raggiungere, percorrendo un ‘sentiero storico-archeologico’, i ruderi del Castello di Montereale.
Le campagne di scavo degli anni ’80 hanno portato alla luce oltre alle strutture perimetrali ed interne del Castello con la loro sequenza temporale, anche ceramica di IX secolo a.C. ed i resti di fondazione di una torre di avvistamento di epoca romana,in collegamento a vista con Spia e con la sponda sinistra del Cellina.
Dal Castello e dalla sommità di Spia è possibile leggere a 360° sia il paesaggio naturale che quello antropizzato sottostanti.
Invece di deviare verso la cima del monte Spia o verso il Castello, si può proseguire fino a raggiungere Vals Corona, l’Osservatorio astronomico in località Teis e Casera Rupeit.
Negli ultimi dieci anni il Parco del Dominu ha ospitato iniziative di varia natura, culturali e ricreative. Ora è stato individuato come luogo per la ‘didattica situata’ nell’ambito dell’Ecomuseo delle Dolomiti Friulane “Lis Aganis”.
Per la necropoli protostorica è prevista una sistemazione definitiva come area esterna del museo archeologico in allestimento presso palazzo Toffoli.